Come fare talee di geranio: il trucco per farle attecchire

Fare talee di geranio è una pratica semplice, ma non va improvvisata. Un errore comune è pensare che basta tagliare un rametto e infilarlo nella terra. Non funziona così. Serve un po’ più di attenzione, soprattutto nei passaggi iniziali. Le piante non parlano, ma se si osservano bene, fanno capire tutto. Anche quando qualcosa non va. Basta prenderci la mano.

Come iniziare e da dove

Il momento migliore per prelevare le talee è la primavera. Con l’arrivo di giornate più tiepida, il geranio inizia a crescere con più vigore e questo favorisce l’attecchimento. Si può tentare anche a fine estate, ma non è detto che il risultato sia lo stesso. La temperatura fa la differenza. Non serve un termometro, ma se c’è ancora fresco la sera, meglio aspettare qualche giorno.

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La scelta del ramo è il primo passo concreto. Non tutti vanno bene. Serve un rametto sano, non troppo giovane, lungo una decina di centimetri, 2 o 3 nodi sono sufficienti. Il taglio va fatto netto, appena sotto un nodo. Meglio usare una lama affilata, anche un coltello da cucina va bene, purché sia pulito. L’importante è non sfilacciare i tessuti.

Dopo il taglio, bisogna ripulire bene la talea. Le foglie alla base vanno tolte, senza esitazione. Restano solo quelle in alto, una o due, massimo tre. Se il rametto a fiori o boccioli, meglio eliminarli. Assorbono troppe energie. In questa fase l’obiettivo è solo radicale, nient’altro. Le radici si formano meglio se la pianta non ha distrazioni.

Scelta del terriccio

Il terriccio ha la sua importanza, anche se si tende a sottovalutarlo. Va preso leggero, ben drenante. Un composto di torba e salvia fine va benissimo. La terra del giardino di solito è troppo pesante. Se trattiene troppa acqua, le talee marciscono. Non serve riempire il vaso fino all’orlo. Basta un contenitore medio, profondo almeno una decina di centimetri.

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Prima di piantare la talea, si può bagnare leggermente la base del radicante. Chi non ha prodotti specifici può usare la cannella in polvere. Non fa miracoli, ma ha proprietà antibatteriche che aiutano. Alcuni usano anche il miele. Funziona a volte, ma non sempre. Sono trucchetti casalinghi che spesso danno risultati.

Nel terriccio va fatto un piccolo foro con il dito o una matita. Niente di complicato. La talea va inserita fino a coprire almeno un nodo. Poi si deve pressare leggermente la terra intorno, senza schiacciare troppo. L’aria tra le radici e il terriccio non aiuta. Se si forma, le radici fanno fatica ad uscire. La compattezza deve essere giusta. Non un blocco, ma nemmeno sabbia.

Temperatura e acqua

Il vaso va messo in un posto chiaro, dove arrivi luce, ma non sole diretto. Una finestra esposta a est può andare bene. La luce serve, ma se è troppa, rischia di seccare subito il terriccio. La temperatura ideale è intorno ai 20-25 gradi. Se fa troppo caldo, le foglie si afflosciano. Se fa freddo, alle radici non partono. Bisogna trovare un equilibrio.

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L’acqua va data con misura. Troppa fa marcire tutto. Poca rallenta la crescita. La regola pratica è questa: quando il terriccio inizia a diventare secco, si può bagnare. Non prima. Si può usare uno spruzzino, almeno nei primi giorni. Così non si sposta la terra e non si stressa la talea. Dopo una settimana, si può innaffiare con un bicchiere, senza esagerare.

Dopo circa due o tre settimane, se tutto è andato bene, qualcosa comincia a muoversi. Spuntano germogli nuovi o si vede una certa rigidità nel fusto, segno che le radici stanno lavorando. A volte basta tirare leggermente la talea: se oppone resistenza, vuol dire che si è ancorata. Se invece viene via subito, bisogna aspettare ancora.

Arriva il momento di trapiantare

Quando le radici sono ben sviluppate, si può procedere al trapianto. Ogni talea va in un vaso singolo, con terra più ricca. A questo punto si può anche iniziare a concimare, ma con moderazione. I concimi liquidi per piante da fiori vanno bene, diluiti. Il primo mese dopo il trapianto meglio non esagerare. La pianta ha bisogno di adattarsi.

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Le talee, una volta trapiantate, iniziano davvero a diventare piccole piante autonome. Ogni tanto può capitare che qualcuna non ce la faccia, anche se sembrava sana. Non sempre c’è un motivo preciso. Può dipendere da mille cose: un colpo d’aria, uno fungo, un errore nei primi giorni. Non è il caso di scoraggiarsi. Basta farne sempre qualcuno in più.

Fare talee di geranio è un’attività semplice ma richiede pazienza. Non tutto riesce al primo colpo. Chi ha un balcone o un giardino sa bene che ogni pianta ha i suoi tempi. E anche le mani di chi la cura contano. Più si osserva, più si impara. Non servono grandi strumenti. Basta un po’ di attenzione, e anche un geranio può diventare una piccola soddisfazione.

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